

LA STORIA DEL FABBRICU'
Curiosità
La fabbrica si colloca tra la stazione di Calolziocorte-Olginate e il Lago di Olginate, vicino quindi, alla linea ferroviaria e alla strada provinciale SP639 che collega il comune con le vicine città di Lecco e Bergamo.
Il complesso è uno degli esempi più significativi dell’archeologia industriale presenti sul territorio calolziese. L’origine della fabbrica fu la trasformazione del minerale di barite, recuperato dalle miniere valsassinesi, e la produzione dei Sali di bario.
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Il nucleo originario si compone di un palazzo a due piani per gli uffici (mattoni a vista, arenaria martellata, pavimenti in cotto) e di un corpo di fabbrica in laterizio con archi vagamente romanici, apparentemente a più piani, ma completamente vuoto al proprio interno. Gli altri capannoni (fondamentalmente in pietra e laterizi) appartengono alla tipologia a shed con loculi e coronamenti di mattoni ornamentali.
La ciminiera è impostata sopra un corpo a torre cilindrico con beccatelli e decori.Per il resto la struttura dello stabilimento è quella tipica di uno stabilimento di chimica pesante.
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La ferrovia Lecco-Milano, a ridosso dello stabilimento, è l’infrastruttura necessaria per importare materie prime ed esportare i prodotti finiti.
TOTEM INFORMATIVI


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Calolziocorte situata in una valle morfologicamente estesa per quindici chilometri dalle sponde del Lago di Olginate sino ad Ambivere e denominata Valle San Martino a partire dalla prima metà del secolo XV, Calolziocorte affonda le sue radici in un passato assai lontano.
Nel 1902 Pietro Cugnasca e Domenico Baggioli fondano a Calolzio, la Fabbrica chimica Sali di Bario, uno dei più significativi esempi di industria archeologica industriale del territorio.
Nel 1927, con un Regio Decreto emanato da Vittorio Emanuele III, re d’Italia, venne attuata l’unificazione dei comuni di Calolzio e Corte precedentemente separati e autonomi: da cui l’attuale denominazione composita di Calolziocorte.
Nel dopoguerra si assiste ad uno sviluppo notevole delle industrie chimiche, tessili e metalmeccaniche.
Calolziocorte diviene un centro di vitale importanza economico-sociale, e il rapido sviluppo demografico segue di pari passo il ritmo accelerato della propria attività industriale. La sua fortunata posizione geografica, al confine con le ricche province del comasco e del milanese, le rapide comunicazioni coni centri di Lecco, Monza, Milano e Bergamo, la laboriosità e lo spirito di iniziativa della sua gente, sono la base dell’invidiabile posizione di avanguardia che il comune si è saputo creare tra le forze attive dell’economia provinciale.
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Esauritesi le miniere di ferro e di piombo, la barite, estratta dalle cave della Valsassina, diventa il prodotto minerario principale, utilizzata inizialmente nella sua forma naturale sostiene vari settori, tra cui l’industria casearia.
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Il complesso è uno degli esempi più significativi dell’archeologia industriale presenti sul territorio calolziese. L’origine della fabbrica fu la trasformazione del minerale di barite, recuperato dalle miniere valsassinesi, e la produzione dei Sali di bario.
Il nucleo originario si compone di un palazzo a due piani per gli uffici (mattoni a vista, arenaria martellata, pavimenti in cotto) e di un corpo di fabbrica in laterizio con archi vagamente romanici, apparentemente a più piani, ma completamente vuoto al proprio interno. Gli altri capannoni (fondamentalmente in pietra e laterizi) appartengono alla tipologia a shed con loculi e coronamenti di mattoni ornamentali.
Viene inoltre realizzata una centrale idroelettrica che sfruttava la forza del torrente Gallavesa per garantire elettricità agli impianti: l’acqua viene pompata direttamente dal fiume alla ciminiera, che funziona in questo caso da sostegno dei serbatoi dell’acqua. Tale
funzione è evidenziata dal rigonfiamento in legno, alla base della ciminiera.
Era il fornitore principale degli stabilimenti metallurgici di Lecco

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L'analisi conoscitiva sul complesso continua con una serie di rilievi (geometrico, materico, degrado).
A causa dell’emergenza di sanità pubblica di rilevanza internazionale (PHEIC), dichiarata dal Direttore generale dell’Organizzazione mondiale della Sanità, per il focolaio del nuovo virus Covid-19 non è stato possibile accedere all’edificio in seguito all’ordinanza del 8 marzo 2020 del Presidente del Consiglio dei ministri.
Per questo motivo, la prima fase dell’analisi conoscitiva della geometria del lotto è consistita nella consultazione e comprensione dei file e delle fotografie forniteci dall’architetto che gestisce attualmente la Fabbrica dei Sali di Bario.
Dopo aver concluso il rilievo geometrico del lotto si è passato al rilievo materico, il quale consiste nell’individuare tutti i materiali utilizzati e associarli a dei colori per rendere più semplice e immediata la restituzione grafica nelle tavole.
Il rilievo del degrado è stato eseguito sui prospetti interni del complesso. Nel caso del lotto a cui state per accedere, si è rilevato: un'ampia area della malta di calce con presenza di alterazione cromatica e macchie,umidità di risalita, rappezzo di malta di calce e la presenza di un degrado antropico posto ad indicare presumibilmente la posizione di un punto di adduzione idrica.
Inoltre, una porzione di laterizio è affetta da disgregazione. Si nota infine la presenza di fessurazioni, tre delle quali piuttosto estese
e di microfessure: craquelet.
Tutta la superficie del prospetto risulta soggetta da deposito superficiale.
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CONCEPT
L’idea principale nasce con l’analisi storica e la conoscenza di quella che era una volta la Fabbrica. Questo ci ha portato a riflettere
sul fatto che dimenticando e non considerando il passato si vada incontro alla perdita di identità del luogo. Per questo motivo abbiamo scelto di valorizzare la fabbrica lasciando inalterate le sue altezze e sottolineando la caratteristica forma dei prospetti esterni.
Vogliamo comunque fare rifiorire la fabbrica e la zona in cui si trova creando un centro di aggregazione, tale per cui sia i cittadini di Calolziocorte, di Olginate, di Lecco e altri comuni limitrofi, sia i turisti possano godere delle opportunità che il territorio offre. I turisti si rendono necessari in quanto la sola popolazione residente non basti a rendere redditizio il nuovo progetto.
Per questi motivi abbiamo sviluppato una serie di proposte e di idee per le funzioni che avremmo voluto inserire all’interno della fabbrica, dopo di che abbiamo sottoposto un breve sondaggio su alcuni gruppi Facebook, quali “Sei di Calolzio se..”, “Lecco d’una volta”, “Lecco, cultura, arti e fantasia”, “Sei di Lecco se...”, “Sei di Olginate se...”.
Questo per sottolineare l’importanza che per noi ha la popolazione residente, chi meglio di chi vive tutti i giorni la realtà che si presenta può esporre una preferenza su come valorizzare la fabbrica?!